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ESERCIZI SEMPLICI PER LA DECONTRAZIONE

September 01, 2016

(Per primi sei mesi di addestramento - cavallo di 3-4 anni).

Abbiamo parlato di che cos'è la decontrazione, ma ecco i primi semplici esercizi per cercare di raggiungerla e per continuare a mantenerla. 
L'obbiettivo inizale è solo quello di avere il cavallo decontratto. Iniazialmente ci vorrà un'intera ora o poco meno (quindi poi non faccio altro - concludo il lavoro), man mano sempre meno. Diventerà, con il tempo, la fase di riscaldamento.
Solo una volta raggiunta posso iniziare la fase di "lavoro". E dopo quest'ultima devo ancora una volta controllare se l'ho mantenuta facendo distendere il cavallo al trotto. Si dice che più mastica e si distende verso il basso in avanti (non si deve chiudere dietro alla verticale), meglio è stato il lavoro svolto. E' un auto esame facile da fare. Basta provare a cedere con la mano interna e vedere se il cavallo masticando si allunga. Nel caso lo facesse bene posso arrivare anche fino alla fibbia e avere le redini lunghe (sempre con contatto). Non devono però essere persi ritmo ed equilibrio.

1. Come regola generale si inizia con circa 10 minuti di passo a redini lunghe . Per motivi di sicurezza i cavalli giovani che hanno appena iniziato il lavoro sotto la sella devono essere montati solo con contatto, ma senza la flessione. Con il tempo la redine può (anzi dovrebbe) essere lunghissima in questa fase, tenuta alla fibbia;

2. Trotto leggero in circolo;

3. Cambiamenti frequenti di mano al trotto - da un circolo all'altro o con cambiamenti diagonali;

4. Frequenti transizioni passo-trotto / trotto-passo;

5. Transizioni trotto-galoppo / galoppo-trotto in circolo (ogni 1-2 circoli);

6. Allungare le falcate (sul lato lungo) - mantenendo il ritmo (senza affrettare);

7. Permettere al cavallo di distendersi e masticando (come descritto prima) al trotto leggero;

8. Serpentine semplici sul lato lungo;

9. Serpentine a tre in tutto il campo al trotto leggero;

10. Cessioni alla gamba;

11. Giri sull'anteriore.

Tutti gli esercizi dovrebbero essere eseguiti con il contatto più "lungo" possibile (e con leggera flessione interna) per migliorare la capacità del cavallo di lavorare usando la schiena.

IL CONTATTO è un capitolo a se, il passo successivo allaDECONTRAZIONE per cui ne parleremo :)

Tutto chiaro? 😉 Buon lavoro............. 💪🏼

PS:

Pretendere poco alla volta. 
Attenzione all'assetto. 
Ogni minima cosa eseguita bene va ricompensata con una carezza o con la voce per "far prendere coraggio" e tenere motivato il cavallo.

#traininghorses_tips

PIANO DI ADDESTRAMENTO - passo 1

August 29, 2016

Per poter pianificare un lavoro “su misura” con il proprio cavallo è, come già avevo accennato, necessario per prima cosa definire un obbiettivo finale. Anche grande. Anche apparentemente impossibile.
Non necessariamente deve essere una categoria o qualcosa inerente allo sport. Posso pormi qualsiasi obbiettivo anche per un lavoro a casa. Ognuno avrà delle situazioni diverse per cui questa parte è molto personale.
Solitamente si tratta di cose che non riusciamo fare, o che non siamo mai riusciti a fare o che “con questo cavallo proprio non funzionano” e quindi non abbiamo idea di come iniziare.
Il punto è che quando viene insegnata l’equitazione, si pensa sempre all’esecuzione corretta, la posizione del cavaliere, gli esercizi ecc. 
I cavalli da scuola o quelli che poi si fanno comprare agli allievi sono spesso molto ben addestrati, con grande esperienza (come è giusto che sia). Purtroppo avendo sempre a che fare con cavalli “pronti” (termine che a me fa venire la pelle d’oca), appena ci troviamo di fronte a un cavallo giovane o inesperto o diverso dal solito, ci rendiamo conto che in tutti quegli anni alla fine abbiamo imparato solo una minima parte di quello che è l’equitazione. E che così saremo per sempre legati a terzi che ci “preparano il cavallo” per poi dover solo salire e fare le solite cose che siamo così capaci di fare.
Il bello arriva proprio quando invece si impara a valutare un cavallo, quando se ne riconosce il livello di addestramento e non lo si discrimina per questo, quando ci si accorge di errori fatti durante l’addestramento e quando partendo da qui, si riesce a fare marcia indietro e si inizia a ripercorrere l’intero percorso dall’inizio per compensare le parti mancanti del puzzle. Insegnando al cavallo, incredibilmente il cavallo insegna a noi. Ogni cavallo ha da insegnarci cose nuove. Più cavalli si possono montare meglio è. Non dobbiamo pensare che quel che facciamo sia sempre corretto e adeguato per tutti i cavalli allo stesso modo. E se qualcosa non è come vorremmo che fosse, non è un problema. Ogni problema si risolve. Con la pazienza e soprattutto la conoscenza di cose che vanno ben oltre l’assetto e il “volere il cavallo in mano”. Menziono quella frase perché è quello su cui ci si fossilizza il più delle volte. Spesso non avendo idea di cosa vuol dire. E di come ci si arriva. Sembra che l’unica cosa importante sia che il cavallo sia rotondo e “bello” da vedere. Ma se comprendiamo meglio e andiamo più a fondo, alla fine potrà veramente diventare bello con il lavoro. Non solo la posizione che assume, ma l’intero fisico viene reso armonico, sciolto ed elastico. Migliorano le andature e ad un tratto tutto diventa facile, quasi un gioco. Solo allora siamo sulla giusta via.
Come noi, ognuno di loro ha un altro fisico, un’altra testa e noi dobbiamo essere capaci di accorgerci di queste differenze. Dallo sguardo, dal modo di muoversi, di rapportarsi a noi e ad altri cavalli e all’ambiente circostante. Capire, ascoltare, osservare è la parte più difficile. Solo dopo è il momento di agire.
La primissima cosa da fare è osservare il cavallo da giù. Libero, non quando corre all’impazzata, ma dopo che si è “sfogato”. Alle tra andature e quando è fermo. L’intera meccanica del movimento, la personalità e il modo di comunicare. Questo poi è da ripetere ogni tanto. A volte dal basso capiamo delle cose che dall’alto non ci sono chiare. 
Qualsiasi cosa si voglia raggiungere, la regola #1 è quella di riuscire a mantenere o ricreare quella naturalità dei movimenti che il cavallo ha quando è senza cavaliere. Quell’espressività e quella freschezza. Non bisogna invece chiudere, smorzare e uccidere quella personalità che ogni cavallo ha in se. Ma con il lavoro mantenerla e gradualmente amplificarla. Nel cavallo c’è già ogni potenziale. Non dobbiamo aggiungere niente, solo essere capaci a non togliere e a indirizzare qell’energia nella giusta direzione. Diventando un tutt’uno.

Esercizio: Provare a lasciare libero (o alla corda) il proprio cavallo e osservarlo attentamente. Sia in movimento che da fermo. Studiarne il fisico. Poi pensare a che cosa è diverso quando si muove da solo e quando siamo in sella. Pensare se mai si è mosso così anche sotto di noi. Capire se manca della motivazione e quale potrebbe esserne la causa. 

PS: Il lavoro alla corda andrebbe fatto regolarmente e in un certo modo ( ne parleremo più avanti) per lasciare la possibilità alla muscolatura di muoversi anche senza peso in sella. Soprattutto all’inizio dell’addestramento è molto importante. In questo modo il cavallo ritrova l’equilibrio e rinforza la schiena e si abitua già a comandi vocali, lavoro su circoli e barriere o cavalletti. Ritmo, decontrazione e contatto possono così essere lavorati con la massima serenità. Renderà più facile il lavoro in sella.

IL CAVALLO LIBERO ci permette di capire IL POTENZIALE
Dobbiamo osservando, imparare a leggerlo.

Un grande cavaliere un giorno mi ha detto "puoi insegnare tutto a tutti i cavalli, portarli in alto, seguendo la scala di addestramento".
L'unica differenza sarà la qualità della genetica o dello spirito e quindi alla fine il punteggio cambierà di qualcosina. 
Ma tutti possono imparare tutto... <3

:) ...quindi c'è solo da rimboccarsi le maniche e non arrendersi mai!

#traininghorses_tips

LA MEZZA FERMATA

August 10, 2016

Partiamo dall'idea che per la correttezza dell'impiego dei tre aiuti principali è indispensabile un assetto corretto. Questo infatti ha una funzione ben precisa che si traduce in comandi da fuori quasi impercepibili, ma per il cavallo chiari e precisi.

Questi aiuti sono: la schiena e il peso (assetto), le gambe e per ultima la mano.

Se utilizzati in sequenza corretta e "dosandoli" bene si ottiene la cosa più importante per l'intera equitazione: 
la mezza fermata e/o la fermata completa (alt).
Sono indispensabili e la chiave assoluta per la buona e corretta equitazione classica.

La fermata completa porta, da tutte le andature, come dice la parola, ad un arresto completo (alt).

Le mezze fermate invece si usano per preparare il cavallo per un nuovo esercizio o richiesta, ogni volta che si cambiano i "tempi" all'interno di una stessa andatura (raccolto-di lavoro-medio-allungato) o che si esegue una transizione da un'andatura all'altra. 
Più avanti grazie a lei si possono migliorare la riunione e il "portare il peso".

Dal punto di vista tecnico quella "mezza" e quella "completa" si distinguono poco.

È una questione di "sensazioni" fini che va provata e riprovata con diversi cavalli fino a quando si percepisce la giusta reazione del cavallo alla nostra richiesta.

La sequenza dell'impiego degli aiuti è:
Schiena/peso-gambe-mano

Faccio un respiro per cui io petto si alza, le spalle si rilassano stando basse, la schiena è dritta con i lombari leggermente in tensione.
In questo modo le gambe possono essere libere a partite dall'anca, senza stringere le ginocchia, fasciando bene tutto il cavallo e portando il polpaccio nella corretta posizione per agire sulla muscolatura addominale del cavallo. Contraendo l'addome la schiena si alzerà e l'articolazione del treno posteriore del cavallo sarà libero di essere "portato sotto". 
Automaticamente il cavallo cercherà un contatto cedendo nella nuca e liberando l'articolazione della mandibolare/mascellare della masticazione. La mano a questo punto non farà altro che "tenere e mantenere" questo contatto lasciando polsi, gomiti e braccia sciolti ed evitando una chiusura eccessiva dietro alla verticale. 

Appena il cavallo giovane mi permette di "mettere la gamba" (interna "verso" la redine e il contatto stabile esterno), chiedero con la mani interna (come stringendo una spunga) per qualche frazione di secondo assieme all'assetto ripetutamente queste mezze fermate. Finché non sento quella reazione desiderata. 

Importante: 
dopo la richiesta CEDERE TANTO QUANTO È STATO CHIESTO. Tutti si ricordano di chiedere, pochi di cedere. 
Premessa per la DECONTRAZIONE così importante per tutto il lavoro.

😅 spero sia comprensibile almeno in parte!

Ps: Anche i più grandi maestri dell'equitazione continuano ad affinare queste cose giorno per giorni. L'importante è mai fermarsi!

Ringrazio CARMEN FAVERO, ILARIA GOLDONI e EFISIO LEONE per l'interazione 😊
Così come i 142 👍🏼 e le 38 condivisioni.

Mi fa pensare che stiamo facendo qualcosa di giusto 😘😘😘

A presto! 😉

#traininghorses_tips

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